Il paese di Canna è affidato alla protezione della MADONNA DEL SOCCORSO.
Le origini della sua venerazione non sono note con esattezza ma si possono far risalire, con un buon grado di approssimazione, alla seconda metà del seicento. In suo onore si tengono due festeggiamenti: uno nell’ultima domenica di maggio e l’altro nella prima domenica dopo il ferragosto.
In concomitanza sono anche festeggiati San Francesco da Paola (l’ultimo sabato di maggio) e San Rocco (il primo sabato dopo il ferragosto).Nel paese sono presenti numerose cappelle private, quasi sempre adiacenti a palazzi gentilizi, destinate al culto di santi come:
– la cappella S. Antonio da Padova, situata in prossimità di piazza Mercato (palazzo Favoino);
– la cappella di S. Antonio abate, situata nella piazza omonima (palazzo Bruni);
– la cappella di S. Rocco, situata originariamente nei pressi della “Fontana” ed oggi in piazza castello;
– la cappella di S. Biagio (oggi sconsacrata ed in disuso), situata in prossimità della porta detta “della terra”;
– la cappella di S. Giuseppe, situata in piazza Municipio (palazzo Campolongo).
Menzione a parte merita la cappella dedicata alla Madonna del Soccorso, situata nel versante settentrionale dell’abitato, in vicinanza di questo. La sua ubicazione è da attribuire in coincidenza del luogo di un’apparizione mariana, così come vuole la leggenda.
Nelle vicinanze dell’attuale centro abitato, in località detta ‘u cumment, sorgeva nella seconda metà del XV secolo un convento fondato da frati minori osservanti. Il convento sembra fosse consacrato alla Vergine di Loreto. Agli inizi del 1700 i frati chiesero ai loro superiori di essere trasferiti poiché il luogo era insalubre a causa della vicina sorgente che attirava molti insetti veicoli di malattie. Successivamente, a seguito di una formale richiesta fatta dai cittadini di Canna alla Sacra Congregazione dei Vescovi datata 1713, i monaci tornarono ad abitare il convento incoraggiati anche da un’entrata annua di poco più di quaranta ducati ma solo dieci anni dopo essi abbandonarono nuovamente e definitivamente il sito, prendendo dimora nel vicino cenobio di Santa Maria degli Antropici di Nocara il quale, essendo situato ad un’altitudine maggiore, godeva di un’aria più salubre.
Della fabbrica del convento nelle vicinanze di Canna oggi non rimangono che pochissimi resti delle mura franate, così come non rimane traccia della sorgente che sgorgava nelle sue immediate vicinanze.